Adobe integrerà l’IA in Photoshop
Il gigante del software Adobe ha annunciato che integrerà l’intelligenza artificiale generativa nel suo diffusissimo programma Photoshop, smentendo però i timori che la mossa porti alla perdita di posti di lavoro e a falsificazioni di massa.
Il marchio più associato all’editing di immagini incorporerà il prodotto di intelligenza artificiale generativa Adobe Firefly, lanciato in versione beta sei settimane fa, creando uno strumento che, secondo l’azienda, diventerà un “co-pilota” della progettazione grafica piuttosto che un sostituto degli esseri umani.
Utilizzando la funzione di “riempimento generativo”, gli utenti di Photoshop potranno aggiungere, espandere o rimuovere elementi indesiderati dalle immagini utilizzando un prompt di testo simile a quelli utilizzati da Dall-E e Midjourney, come ad esempio “bassotto a pelo lungo con pelo arcobaleno lungo e fluente”.
La funzione di riempimento generativo sarà disponibile nella versione beta per desktop a partire da martedì, con un rilascio più ampio previsto per la fine del 2023.
Adobe utilizza l’intelligenza artificiale nei suoi strumenti da oltre un decennio, come lo strumento di sostituzione dello sfondo in Photoshop. Ma l’integrazione di Firefly in Photoshop amplierà l’offerta, consentendo la creazione di immagini e modelli da zero e rendendo più rapide le modifiche alle foto.
Dal lancio dell’IA per la generazione di immagini, molti artisti hanno espresso il timore che l’IA sia stata addestrata su opere d’arte protette da copyright. Adobe ha cercato di evitare questo problema addestrando l’IA Firefly su 100 milioni di immagini della libreria di stock di Adobe, oltre che su immagini di dominio pubblico in cui il copyright è scaduto.
Chandra Sinnathamby, direttore dei media digitali e della strategia di Adobe per l’Asia-Pacifico, ha dichiarato che lo strumento renderà più facile per le piccole imprese occuparsi di progettazione grafica, ma che è stato pensato come un co-pilota per accelerare il processo piuttosto che per sostituire del tutto i graphic designer.
“L’idea di fondo è: come possiamo aiutare l’accelerazione creativa e la creazione di contenuti su scala, con precisione e velocità?”, ha dichiarato. “Nella maggior parte delle campagne è necessario collaborare con diversi soggetti. Quindi, come possiamo accelerare il processo di collaborazione?”.
Poiché i falsi dell’IA causano confusione online, Sinnathamby ha dichiarato che Adobe ha cercato di stabilire uno standard, con le credenziali dei contenuti che fungono da marcatore sulle immagini create o modificate con l’IA. Adobe ha 1.000 membri della sua iniziativa per l’autenticità dei contenuti e ha reso la tecnologia ampiamente disponibile dal 2019.
“È uno degli elementi che segue l’asset ovunque vada, e quindi è sempre trasparente la provenienza dell’asset digitale”, ha dichiarato Sinnathamby.
Secondo Sinnathamby, anche gli artisti che hanno contribuito a creare foto di stock nella libreria AI vengono identificati grazie a questa tecnologia di tracciamento e pagati quando il loro lavoro viene utilizzato.
Questo articolo è stato pubblicato su TheGuardian
Traduzione per Livepress.it – Beatrice Privitera