Cori Amenta denuncia: un volgare attacco transfobico all’aeroporto di Catania
Mentre la camera approva con 265 si, 193 no e 1 astenuto, il testo unificato delle proposte di legge di contrasto alla violenza e la discriminazione per motivi legati alla transomofobia, alla misoginia e alla disabilità, all’aeroporto di Catania, Cori Amenta, fashion designer, è stata vittima di un volgare attacco di discriminazione, derisa e discriminata dall’addetto ai controlli che – sentendo la sua voce profonda – divertito e urlando avrebbe avvisato i colleghi: «Vieni, vieni qua subito! Qua ci sono calamari!».
Probabilmente il discriminatore di turno ha pensato che il passeggero fosse milanese (Cori Amenta è originaria di Noto) e pertanto «Per chi non lo sapesse o non è siciliano – riferisce Cori – Calamaru, puppu, serve il prezzemolo, porta il limone, c’è profumo di mare, sono tutte espressioni cattivissime che si sottintendono un’unica vera offesa: “fr**io”. Io mi sono ritrovata alla mia età e nella mia posizione a sentirmi dare del “fr**io urlato da uno che pago anche io per proteggermi, questo mi ha veramente scioccato. Mi sono avvicinata, rispondendo a tono e in dialetto siciliano. Ha capito che io con il telefono stavo facendo delle foto e per tutta risposta, lui e i suoi colleghi, con un aria più vicina ad un mafioso che a un ufficiale che mi protegge, mi hanno costretto a cancellare le foto…che ho poi ripreso dal cestino…”
E pensare che c’è chi dice che la legge C. 569 (Zan) – volta a contrastare le discriminazioni fondate sull’orientamento sessuale o sull’identità di genere – non sia necessaria…
La Sac, la società che gestisce l’aeroporto di Catania, ha reso noto di avere avviato un’indagine interna per “verificare quanto accaduto e ricostruire l’eventuale catena di responsabilità”. «È in corso la visione delle immagini della videosorveglianza – afferma la Sac – e di tutto quanto possa tornare utile per chiarire la vicenda. Cogliamo l’occasione per ribadire che la società di gestione dell’Aeroporto di Catania ripudia ogni forma di discriminazione, razzismo, omofobia e transfobia».
Cos’è l’omotransfobia
È l’avversione per gli omosessuali e l’omosessualità, i transessuali e la transessualità.
Che cosa è la misoginia ? È atteggiamento di avversione generica o di repulsione per la donna. Si riferisce indifferentemente agli uomini e alle donne.
Il 24 ottobre 2019 la Commissione Giustizia ha avviato l’esame della proposta di legge C. 569 (Zan) volta a contrastare le discriminazioni fondate sull’orientamento sessuale o sull’identità di genere, novellando gli articoli 604-bis e 604-ter del codice penale.
Il testo unificato si compone di 9 articoli attraverso i quali, anzitutto, modifica i delitti contro l’uguaglianza previsti dagli articoli 604-bis e 604-ter del codice penale, per aggiungere alle discriminazioni per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi gli atti discriminatori fondati “sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale o sull’identità di genere”. La nuova legge in sostanza punirà chi commette reati motivati da «stigma sessuale, in particolar modo nei confronti delle persone omosessuali e transessuali», rischia fino a quattro anni di reclusione.