Diego, 32 anni: Il covid mi ha insegnato che posso pranzare a casa invece che pagare per stare con colleghi che, anche se non per forza antipatici non sono miei amici….
Giulia Argento, Agrigento: Sapete chi mi ha fatto enorme compagnia in questo periodo? Gli sbalzi d’umore, prepotenti e preponderanti, invadenti e imprescindibili. A voi, single in lettura, no?
CAMURRIA, LA PANDEMIA. E se non si conosce il significato di camurria, rigorosamente con l’accento sulla i, allora consiglio la lettura delle opere del maestro Andrea Camilleri. Ma, nell’attesa, abbiamo già troppi dolori per lasciarvi anche col dubbio sul significato del termine: camurria è la versione siciliana e indubbiamente più poetica e pregna del significato intrinseco dell’italico che palle. Che, però, non fa rima con pandemia. Io lo adotterei, fossi in voi.
Considerato che di virologi, epidemiologi, politici, strateghi, statisti, sceriffi, complottisti, scienziati (più o meno accreditati) è pieno il web, io oggi vorrei parlare con voi delle piccole rogne quotidiane che la quarantena ci ha appioppato e, se ce la faccio, mi piacerebbe anche strapparvi un sorriso. Quanti single? Io alzo la mano. QUARANTENA – SINGLE EDITION
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Fausto Spina, 27 anni,: Alla fine i miei pensieri sparsi si intrecciano intorno a un’unica risoluzione: anche quando tutto sarà finito, penso, io non torno indietro…
Io non sono stato benissimo ma ho conosciuto i miei vicini e ho scoperto che sono simpatici. Ho potuto dormire fino a tardi senza sentirmi in colpa per aver sprecato un intero giorno a letto e ho potuto godermi lunghi silenzi disteso al sole. Ho rispettato le regole e ho imparato ad apprezzare quello che ho. La mia intelligenza e la capacità di trasformare un brutto momento in un tempo per la riflessione. Senza perdermi sui social. Ho parlato profondamente con la ia compagna bloccata a Bergamo per lavoro.
Lorenza, 39 anni: Io ho scritto una lettera a mio marito, alcolizzato e in prigione da due anni.
La parte più difficile è la solitudine. Spetta a me cercare di educare i nostri figli e gestire le nostre finanze in diminuzione: durante il lockdown ho scritto la lettera che avrei sempre voluto scrivere. Non abbiamo usato la parola alcolista fino a cinque anni fa, quando ho ammesso di aver bisogno di aiuto. Sono stata sulle montagne russe, con brevi periodi sobri che si sono rapidamente trasformati in una vita dettata dall’alcol. I fattori scatenanti sembrano essere ovunque: una brutta giornata al lavoro, una pausa dal lavoro, una mia assenza, un drink con gli amici. La sua personalità cambiava all’istante. La parte più difficile adesso è la solitudine. Durante il blocco, organizzanso i nostri acquisti per cibo, tenendo il passo con le faccende domestiche ho trovato il tempo per riflettere e scrivere la lettera con quello che ho sempre voluto digli. Non so perché siamo stati insieme. Pura testardaggine da parte mia, credo. Oggi mi sento meglio e il lockdown mi ha spinto a guardarmi profondamente allo specchio.