
Sono stati liberati i 18 pescatori italiani, tenuti prigionieri in Libia per più di 100 giorni, ponendo fine a una situazione di stallo politico tra i due Paesi sulla loro sorte. Il presidente Giuseppe Conte e il ministro degli Esteri Luigi Di Maio si sono recati a Bengasi per il rilascio dei pescatori, che si trovavano a bordo di due imbarcazioni siciliane sequestrate dalle forze di Haftar il primo settembre.
“Abbiamo ricevuto telefonate che confermano la loro imminente liberazione“, ha dichiarato ai media italiani Salvatore Quinci, sindaco della città portuale siciliana di Mazara del Vallo, da cui provengono gli uomini. “Siamo davvero felici“. Di Maio ha scritto su Facebook: “I nostri pescatori sono liberi. Tra qualche ora potranno di nuovo abbracciare le loro famiglie e i loro cari. Grazie all’AISE e a tutti i corpi diplomatici che hanno lavorato per riportarli a casa”.
Le famiglie dei pescatori, che hanno manifestato più volte per chiedere il loro rilascio, si sono riunite fuori dal municipio di Mazara del Vallo dopo aver sentito la notizia. L’equipaggio dei pescatori era a bordo di due navi, l’Antartide e la Medinea, a circa 80 miglia da Bengasi, quando sono stati avvicinati dalle milizie dell’esercito nazionale libico di Haftar, la principale forza militare dell’est del Paese.
La milizia li ha accusati di pescare nelle acque territoriali libiche e da lì sono stati portati in una prigione vicino a Bengasi.
Gli uomini sono stati accusati di pescare gamberetti rossi pregiati, che possono fruttare tra i 50 e i 70 euro al chilo, in una disputa che si trascina tra la Sicilia e la Libia dalla metà degli anni Novanta. I senatori del Partito democratico, che governa a livello nazionale in coalizione con il Movimento delle Cinque Stelle, hanno presentato questa settimana una mozione per sollecitare il governo a muoversi rapidamente per ottenere il loro rilascio.
“Dopo oltre 100 giorni di sequestro, 18 pescatori stanno tornando a casa”, hanno detto i senatori, guidati da Andrea Marcucci.
Settimane dopo la loro cattura, Haftar si è offerto di liberare gli uomini in cambio della liberazione di quattro calciatori libici condannati per traffico di esseri umani. I sequestri di pescherecci italiani sono diventati più frequenti nel 2005, quando Muammar Gheddafi ha deciso unilateralmente di estendere le acque territoriali libiche da 12 a 74 miglia al largo.
Secondo i dati del Distretto della Pesca siciliano, una cooperativa che riunisce gli operatori del settore della pesca, negli ultimi 25 anni sono state sequestrate più di 50 imbarcazioni e sequestrate due, mentre circa 30 pescatori sono stati arrestati e decine di feriti.
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Luglio 13, 2023