In Germania in meno di 10 giorni soldi sul conto corrente. La testimonianza di un lavoratore

L'efficienza tedesca Vs la snervante burocrazia italiana. Non c'è partita, bisogna prendere atto delle differenze culturali/strutturali e delle capacità organizzative degli altri Stati.
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In Germania il “Welfare State” è una realtà efficiente e collaudata. Chi si trova a perdere il lavoro non viene abbandonato a sé stesso, ma supportato da un sistema che garantisce a tutti il minimo per la sopravvivenza e la possibilità di ricollocarsi sul mercato del lavoro. La burocrazia, al contrario di quel che succede in Italia, non viene percepita come nemica del cittadino ma piuttosto come un valido ed efficace supporto per coloro che rimangono ai margini.

“Lo Stato tedesco – ci racconta Vincenzo S. italiano residente da 7 anni ad Amburgo – è sempre vicino a tutti coloro che perdono il lavoro, li supporta e garantisce loro di potere pagare tranquillamente tutte le spese domestiche: dall’affitto al gas. Ma solo per coloro che sono rimasti disoccupati per l’epidemia in corso”

 

Vincenzo lavora in Germania come cuoco, e anche lui, come tanti lavoratori, ha perso l’occupazione in seguito alla crisi determinata dall’epidemia Covid 19. Dal 14 di marzo è scattato in Germania lo stato di emergenza e sono state introdotte le prime restrizioni per i ristoranti e i locali, unitamente all’annullamento di eventi teatrali, musicali e in generale di spettacolo.

“Per noi ristoratori – ci racconta Vincenzo – c’era l’obbligo di tenere i tavoli distanti circa 1 metro e mezzo gli uni dagli altri, ma il mio titolare ha deciso di chiudere e licenziare tutti i suoi dipendenti. Licenziare, per lo Stato tedesco, è una condizione estrema a cui non vuole arrivare”.

E cosa succede allora?

“Succede che da all’esercente che vuole chiudere l’attività la possibilità di potere assumere con un contratto minimo chiamato “Kurzarbeit”; con questo contratto il titolare deve pagare al lavoratore il 65 – 80 % dello stipendio registrato. In una fase successiva lo Stato rimborsa al datore di lavoro la somma utilizzata per pagare lo stipendio, una sorta di fondo di supporto per le attività che in seguito a una crisi si vedono costrette a chiudere. Tutto questo serve ad evitare che si incrementi la disoccupazione.

Ma tu sei stato licenziato per la crisi del coronavirus…

“Esatto, ma anche in questo caso lo Stato viene in aiuto grazie a un sussidio di disoccupazione che viene erogato con tempistiche molto veloci”

Fammi un esempio

“Nel mio caso mi sono registrato online presso l’Arbeitsagentur (il nostro ufficio di collocamento) ho compilato un format con i miei dati e inviato per posta i documenti richiesti. Tutto ovviamente deve essere fatto con la massima trasparenza perché lo Stato tedesco è molto duro con chi dichiara il falso. Se fai richiesta di soldi per la disoccupazione e scoprono che lavori in nero, non solo paghi una penale salata ma ti viene bloccato a vita ogni contributo o sussidio statale.”

Con che tempistica ti hanno pagato?

“Il 23 marzo ho fatto la richiesta e il 3 di aprile mi hanno accreditato la somma di 1.300 euro per le spese necessarie. L’importo varia a seconda del tipo di busta paga e va a integrare il fabbisogno. Questo sostegno è mensile e sarà erogato fino al febbraio del 2021. In più ti viene concessa una somma per il pagamento dell’affitto e del gas per un totale di quasi 2400 euro. In più lo Stato ti offre anche la possibilità di scegliere altri lavori inviandoti delle proposte che puoi liberamente accettare o rifiutare”

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