La brillantezza di “Beef” di Netflix si perderà nell’ombra di una controversia sulla violenza sessuale?

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Beef ha debuttato su Netflix questo mese con recensioni entusiastiche ed è diventata rapidamente la serie più vista sulla piattaforma negli Stati Uniti, mentre in Canada ha conquistato il secondo posto.

Beef è una serie dark comedy creata da Lee Sung Jin. Segue due sconosciuti di Los Angeles, coraggiosamente interpretati da Ali Wong e Steven Yeun, che sono coinvolti in un incidente stradale e finiscono in una faida crescente.

Lo spettacolo è una bella meditazione sulla vita e sulla sopravvivenza e mette in luce questioni universali di alienazione e solitudine, oltre che di classe, razza e genere. La critica ha lodato Beef per le sue interpretazioni e anche per la sua rappresentazione rivoluzionaria degli asiatici americani. L’identità dei personaggi è allo stesso tempo accessoria e centrale per la storia, e va oltre gli stereotipi.

Nel fine settimana, però, è scoppiata una bufera su Twitter dopo che è riemerso un episodio del podcast con l’attore non protagonista David Choe. Nel podcast del 2014, Choe racconta in modo vivido una storia di violenza sessuale in cui è lui il colpevole. Da allora Choe si è scusato e ha anche detto che la storia è stata inventata.

La David Choe Foundation ha presentato una richiesta di risarcimento per violazione del copyright per ottenere la messa offline del podcast. I produttori di Beef non hanno risposto.

Questa settimana, in Don’t Call Me Resilient, esploriamo i progressi fatti da Beef in televisione. Mentre la controversia continua a turbinare, esploriamo anche i limiti di questi progressi e ci chiediamo se la brillantezza di Beef sarà oscurata dalla storia controversa di Choe.

 

Questo articolo è stato pubblicato su TheConversation
Traduzione per Livepress.it – Beatrice Privitera

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