La democrazia del coronavirus

I.M.D. è ispettore della Squadra Mobile di Palermo che ha partecipato con i suoi colleghi della Catturandi agli arresti di Giovanni Brusca, Bernando Provenzano, Salvatore e Sandro Lo Piccolo, Vito Vitale. Pluridecorato, promosso tre volte per meriti straordinari, oggi si occupa di criminalità straniera.
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Mentre mi trovo in ospedale ad accudire o farmi accudire da mia figlia, ricoverata ancora non si sa perché (No Covid 19!), comincio a leggerle la storia della filosofia di Savater, più come nenia che come libro scelto da Lei, qui tra i papabili a disposizione.

Ci divertiamo con Socrate e disquisiamo su cosa sia la democrazia. Già a pagina 28 lei dorme profondamente. L’effetto nenia ha funzionato, spero non si offendano i filosofi.

Ma Socrate e la democrazia mi fanno tornare in mente un servizio andato in onda in TV qualche giorno fa, in cui il giornalista asseriva senza indugi che il coronavirus è certamente democratico, non guarda in faccia nessuno, non fa distinzioni tra uomini e donne, vecchi e bambini, neri, bianchi e gialli, ricchi e poveri.

Proprio su quest’ultima affermazione, però, ripensando a Socrate e alla trappola a lui riservata pensata da tre suoi illustri concittadini Meleto (portavoce dei poeti), Anito (portavoce dei politici) e Licone (portavoce dei retori), non mi trovo per nulla d’accordo.

Certuni, in questi ultimi anni, hanno cercato in tutti i modi di soffocare l’intelletto e di avvelenare i tanti Socrate che si ponevano e che ponevano domande.

Per lo più giovani (gli ultimi chiamati sardine) ma anche meno giovani, sostenevano di non essere convinti che: le chiusure di porti, l’irrigidimento alle frontiere, gli hot spot transfrontalieri (detti anche lager), ecc., fossero la soluzione adeguata per la gestione di un fenomeno quale quello delle migrazioni umane, in cui tutti Noi ci troviamo coinvolti.

In Italia si stima ci siano oltre 5 milioni di persone (immigrati) che vivono stabilmente e regolarmente accanto a circa 650/700 mila che invece, come scrissi qualche hanno fa nel mio libro Dragoni e Lupare, vivono come fantasmi perché invisibili.

E allora ecco che l’affermazione che il coronavirus è democratico, non funziona. Non funziona perché questo piccolo e letale nemico colpisce chi vive fianco a fianco, chi vive in promiscuità, chi non ha la possibilità di rimanere in quarantena in una casa e vive per strada o in palazzi abbandonati, chi necessita di sostegno per le esigenze più elementari come quella di lavarsi e di mangiare, chi non ricorre alle cure del medico di base perché ha paura e male che vada va al pronto soccorso (unico luogo davvero democratico).

Queste caratteristiche sono riscontrabili nei 700 mila fantasmi che, causa pandemia, sono ancora più invisibili di prima visto che se in qualche rara occasione i media ne parlavano, adesso, PUF!! spariti del tutto! non ci sono più!

E allora ecco una cosa che certamente darà fastidio a qualcuno come un tafano sul culo di una mucca: questi 700 mila ci sono, esistono, respirano, infettano!

Via la morale! via la pietas! via le leggi: rimaniamo egoisti. Come dobbiamo salvarci da questi 700 mila untori?

Io una soluzione, terribile, ma praticabile l’avrei.

Visto che come qualcuno avrà notato, il sistema dei rimpatri coatti è fallito, questi fantasmi li dobbiamo rivelare. Già, dobbiamo buttar loro sopra un bel sacco di farina e renderli visibili. Come?

REGOLARIZZANDOLI.

L’Italia è in crisi, lo era prima e lo sarà ancor di più durante e dopo la pandemia. Ma a mio parere, se vogliamo combattere entrambe le cose, pandemia e crisi economica, una soluzione pensabile è quella di regolarizzare i tanti immigrati clandestini che si trovano sul nostro territorio, dare loro l’opportunità di svelarsi cosicché possano accedere anch’essi ai quei sistemi di welfare necessari e indispensabili, al fine di scongiurare una seconda pandemia.

Forza lavoro che sarà necessaria per il terzo settore, per l’industria agricola e per la ripresa di quella dei settori metalmeccanici e chimici.

Lo so, voi direte che io sono un pazzo, che già gli italiani stentano a trovare un lavoro e che il sistema è già alle corde senza dover pensare a questi 700 mila!

Non sono un esperto economista ma uso solo il buonsenso e se è vero ciò che leggo, cioè che ci sono migliaia di colture che rischiano di andare al macero per mancanza di mano d’opera, perché non ragionarci sopra?

Io ho posto la domanda come avrebbe fatto Socrate. A voi miei concittadini, l’ardua risposta, cosciente che anche per me possa arrivare un bel piatto di cicuta!!

 

I.M.D.

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