La Vucciria di Guttuso è in mostra a Roma fino al 12 Gennaio

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Si concluderà il prossimo 12 gennaio l’esposizione di uno dei più celebri dipinti di Renato Guttuso, “La Vucciria”, presso la sala della Lupa di Palazzo Montecitorio a Roma. Si tratta di una iniziativa promossa dalla Fondazione Sicilia in collaborazione con l’Università di Palermo, istituzione a cui l’artista donò il quadro realizzato nel 1974. In questa occasione sono andati in mostra anche altre due opere del maestro di Bagheria: “Il Cristo deriso” (1938) e i “Carrettieri siciliani” (1946) che sono parte delle collezioni permanenti della Camera dei deputati. La rappresentazione del famoso mercato di Palermo, la Vucciria appunto, è caratterizzata dall’aspro realismo di Guttuso, in cui i cromatismi accessi, venati da una forte tendenza all’iperrealismo, e la stilizzazione del contesto figurativo restituiscono la vitalità cruda del mercato, il suo essere punto di coagulazione di una umanità restituita con tratti decisi e nitidi.

L’opera è ascrivibile al periodo della matura dell’artista; i personaggi ritratti, il loro essere collocati all’interno di una sapiente gradazione di colori man mano sempre più accesi, la merca esposta, la donna ritratta di spalle, la sapienza compositiva in cui tutti questi elementi indicano la “boucherie”, da intendersi non solo nel senso di macelleria, ma piuttosto di reticolo sonoro di rumori di fondo in cui si perdono le voci, le parole perdono la funzione semantica per trasformarsi in sonorità onomatopeiche, quasi dei mantra popolari che restituiscono la fruitore l’atmosfera profonda, intensa del grande mercato; tutti questi elementi confermano ciò che di Guttuso scriveva Leonardo Sciascia (che fu suo grande amico, oltre collega consigliere comunale negli scanni del palazzo di città palermitano e che con lui, almeno fino a un certo punto, condivise il percorso politico e sociale), ovvero che in tutti i soggetti dei suoi quadri, anche in quelli apparentemente diversi e distanti, c’è la Sicilia nella sua più radicale profondità.

L’esposizione in un contesto istituzionale cosi importante rappresenta una occasione in più per mostrare, oltre che la grandezza di Renato Guttuso, anche il fascino immutabile dello storico mercato, il suo essere punto di incontro di solitudini che si sfiorano e che per un attimo condividono la fatica e la magia del vivere.

uogo affollato e di vicinanza imposta ma privo di intimità. I protagonisti del mercato vivono la loro quotidianità senza darle troppo peso, ognuno immerso nel suo compito.

L’esposizione in un contesto d’eccezione de “La Vucciria” di Renato Guttuso – normalmente conservata nel Complesso Monumentale del Palazzo Chiaromonte-Steri – rappresenta un’occasione in più per mostrare agli spettatori il fascino dello storico mercato palermitano, invitati ad ammirarlo e ad attraversarlo quasi come se fossero anch’essi clienti raffigurati nella tela.

 

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