La vergine delle rocce di Leonardo a Londra. Alla National Gallery un ‘percorso sensoriale’
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Un viaggio sensoriale nel mondo di Leonardo da Vinci, all’insegna della lentezza e della contemplazione. E’ questo lo spirito della mostra “multisensoriale” inaugurata a novembre alla National Gallery di Londra e dedicata al genio italiano. Una sola opera d’arte “La vergine delle rocce”, un sistema che utilizza l’ingresso temporizzato (creato da 59 productions, lo stesso team delle Olimpiadi 2012) e la possibilità, come ha dichiarato Caroline Campbell, direttrice delle collezioni e della ricerca della gallery, “di incoraggiare le persone a trascorrere minuti anziché secondi a guardare un capolavoro. Tutta questa questa mostra vuole sembrare più lenta – prosegue Campbell – per permettere di apprezzare uno dei grandi capolavori ospiti della National Gallery”.
E in effetti si tratta di un progetto di “mostra immersiva” che, attraverso un percorso declinato per più sale, permette al visitatore di interagire con l’opera di Leonardo, ora giocando con la luce, ora esplorando ogni singolo dettaglio dell’opera d’arte che, a sua volta, svela aspetti inediti utili a comprendere la complessità di questo grande artista. Non manca una tappa presso una sala dove vengono mostrate le tecniche di conservazione per preservare l’opera leonardesca. Un autentico viaggio nelle tecniche più avanzate di restauro dei capisaldi dell’arte mondiale.
Il dipinto, nello specifico, è visibile nell’ultima sala, con un commento audiovisivo in loop, e inserito in un modello che ricalca la pala d’altare che lo ospitava, nel 1508. nella cappella della immacolata Concezione nella chiesa milanese di S. Francesco Grande.
Una mostra sperimentale, quindi, ma anche un modalità di allestimento particolare per inaugurare un nuovo modo di usufruire dell’arte. Prediligendo un approccio più attento, sensibile, capace di evidenziare il rapporto tra opera e fruitore, cultura e fruizione della stessa.
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