Natale simbolo di sole nascente. Riflessioni sul significato dell’albero

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Cerchiamo di eludere il tema (ma non troppo) e scriviamo del significato dell’albero nella tradizione del Natale.
L’uomo perde, vuoi per mancanza di attenzione e di consapevolezza, come è il caso di Adamo che si lascia raggirare o di Gilgamesh che, avendo preso sul fondo marino l’erba dell’immortalità “dopo varie peripezie, tornato sulla terra stanco si ferma a bere ad una sorgente ed un serpente a sua insaputa mangia l’erba” e così diventa lui immortale, vuoi perché non collegato all’ordito del cosmo, ovvero identificato nella sua condizione terrestre. Ercole deve vincere il drago per impadronirsi delle mele d’Oro che sono sull’albero nel giardino delle Esperidi; lo stesso vale per Giasone per il vello d’Oro della Colchide. Questo per dire che esiste una totale identificazione fra cosmo, uomo, natura e….. albero. A proposito di albero, non possiamo non ricordare che in più parti alla nascita di un bambino si pianta un arbusto. In certi usi sciamanici, lo sciamano stesso piantava un albero presa coscienza della sua vocazione e a simbolo di una nuova vita. Si possono sentire ancora le voci dei vecchi contadini della nostra terra raccontare di certi
alberi piantati da loro o da un loro antenato in occasione di particolari ricorrenze e ancora dirci che bisognava stare molto attenti prima di estirpare certi alberi perchè, allora, chi lo faceva sarebbe morto. Il tema dell’albero è sempre stato al centro della riflessione cosmologica. La trattatistica della storia delle religioni è piena di simboli collegati all’albero: vuoi per la sua verticalità, vuoi perché rappresenta perfettamente la condizione umana con le radici piantate sulla terra e i rami protesi verso il cielo. La terra sostiene, il cielo copre.
Anche la letteratura e il cinema si sono impossessati del tema dell’albero.
Ricordiamo il film “Sacrificio” di Andrei Tarkovsky, che inizia proprio con l’inquadratura di un particolare dell’adorazione dei Magi sul quale scorrono i titoli di testa a conclusione dei quali, la macchina da presa carrella verso l’alto inquadrando l’albero del dipinto leonardiano e sul conseguente stacco stacco d’immagine il regista inquadra in campo lungo un uomo sulla riva del mare che sta piantando un albero secco. E’ Alexander, ex attore shakesperiano ora giornalista e scrittore, che vive in una casa isolata dal resto del mondo con la moglie e il figlio
che non parla. Mentre pianta l’albero, Alexander racconta al figlio la storia di un monaco ortodosso che riuscì a far germogliare un ramo secco innaffiandolo tutti i giorni.