Non dobbiamo ignorare la luna e il suo potere di influenzarci
Da adolescente ho osservato uno strano fenomeno. Al risveglio da un sogno insolitamente vivido, spesso scoprivo che la luna era piena. E quando la luce argentea prevaleva nelle notti successive, le mie avventure notturne avevano un’intensità simile.
Forse si trattava di un pregiudizio percettivo o di un ricordo selettivo. Quando iniziai la formazione come infermiera di salute mentale, avevo abbandonato questa fugace curiosità per un ingenuo razionalismo, perché ero desiderosa di comprendere le basi scientifiche di pensieri, sentimenti e comportamenti.
Ma mi ha sorpreso scoprire che nei reparti psichiatrici molti infermieri erano convinti che i pazienti fossero più disturbati durante la luna piena. Come possono dei professionisti mantenere questa credenza folcloristica?
Ora un nuovo studio dell’Università di Basilea riporta le prove di un legame tra i cicli lunari e la qualità del nostro sonno. Molti sarebbero pronti a respingerlo, ma dovremmo?
Lunaticità e cambiamenti lunari
Per il mio libro “La luna e la follia” ho studiato la leggenda della follia dall’antichità fino alla psicologia e alla psichiatria moderne.
Il termine stesso di follia deriva dal latino lunaticus, che significa “della luna” ed è stato a lungo associato alla salute mentale. Aristotele e Plinio il Vecchio hanno entrambi collegato la luce della luna piena a un effetto sulla salute mentale.
Esaminando la moltitudine di studi sull’influenza lunare a partire dagli anni ’60, è chiaro che, nonostante alcuni risultati positivi, la correlazione del comportamento con le fasi lunari rimane speculativa.
Tuttavia, la mancanza di prove equivale a una mancanza di effetti? Con mente aperta, ho preso in considerazione i due principali meccanismi con cui si ritiene che la luna ci influenzi: le forze di marea e la luce lunare.
L’ipotesi gravitazionale, la teoria secondo cui l’attrazione gravitazionale ha il potere di influenzare i nostri sentimenti e comportamenti, è dubbia perché la luna non ha un’influenza evidente sui fluidi corporei.
Ma l’effetto diretto della luce lunare sarebbe una premessa ragionevole per ulteriori ricerche, perché la luce in sé non è mistica (sappiamo che la luce intensa può essere uno stimolo disturbante). Più controverso è se sia sufficiente a causare disturbi mentali.
Per approfondire lo studio abbiamo bisogno di dati non solo sul ciclo lunare, ma anche sulle condizioni meteorologiche.
Nel 2006, gli scienziati dell’Università di Berna hanno scoperto che un campione di volontari sani dormiva in media 19 minuti in meno con la luna piena rispetto alla luna nuova. Secondo Roosli e colleghi, questo avrebbe un impatto minimo sulla vita della maggior parte delle persone.
Ma mi chiedo se una ricerca mirata a persone con condizioni suscettibili di alterazione del sonno, come il disturbo affettivo bipolare e l’epilessia, possa mostrare un differenziale di sonno maggiore e conseguenze più significative. È già noto che la perdita di sonno può provocare crisi epilettiche o episodi maniacali.
Una critica agli studi che esaminano l’effetto della luce lunare è che i ricercatori non considerano l’impatto dell’illuminazione moderna sul ciclo sonno-veglia dei soggetti, un aspetto che non avrebbe mai interessato gli esseri umani in tempi passati. Prima dell’illuminazione moderna, la luna era una fonte di luce più importante.
Poiché lo studio di Basilea ha isolato i partecipanti dalle fluttuazioni della luce naturale, i risultati suggeriscono che abbiamo un ritmo circalunare innato, cioè un orologio corporeo dell’attività fisiologica la cui durata è approssimativamente correlata a quella del ciclo lunare (29,5 giorni).
In quanto artefatto evolutivo, questo ritmo sarebbe poco utile nel nostro ambiente manipolato da luci artificiali e sveglie. Tuttavia, lo stimolo della luna piena potrebbe essere un regolatore del ritmo e in alcune persone potrebbe esacerbare una metaforica “alta marea”.
Indipendentemente da tale ritmo, la luminosità lunare potrebbe avere un impatto profondo prolungando la fase del sonno che consente di sognare, come osservabile nei movimenti rapidi degli occhi (REM). Provocando sogni floridi e psicotici in una persona affetta da schizofrenia, la luna piena potrebbe contribuire a una ricaduta.
Gli studi lunari rischiano il ridicolo
Quest’ultimo studio presenta ovvie limitazioni. Il campione era piccolo e la durata breve.
Se si riuscisse a dimostrare che la luna altera i modelli di sonno nella popolazione generale, sarebbe una drammatica smentita per quegli scienziati mainstream che hanno abbandonato il vero atteggiamento scientifico del dubbio per scartare qualsiasi possibilità di influenza lunare (sapete chi siete).
L’indagine sull’influenza lunare rischia di essere ridicolizzata. In questo contesto, la ricerca non si è sviluppata da studi frammentari, spesso metodologicamente deboli e privi di ipotesi.
Nessuno potrebbe sostenere seriamente che la luna sia causa di disturbi mentali. Un effetto lunare, se esiste, sarebbe un fattore marginale nella salute mentale. L’evidenza che i sintomi psichiatrici sono correlati ai cicli lunari potrebbe giustificare la variazione di una dose di farmaci. Ma è probabile che gli anticonvulsivi, gli antipsicotici e gli stabilizzatori dell’umore riducano la sensibilità agli stimoli ambientali, annullando i ritmi naturali.
Questo potrebbe essere il motivo per cui la follia da luna piena osservata dalle infermiere più anziane negli ospedali psichiatrici non è più percepibile oggi. Per i ricercatori privare le persone dei farmaci da cui dipende la loro stabilità sarebbe considerato immorale.
Nonostante le numerose sfide che si presentano nello studio dell’influenza lunare in psicologia, psichiatria e neurologia, le scoperte di Cajochen e colleghi dovrebbero, si spera, dare slancio a quest’area di ricerca. È ancora troppo presto per mettere a tacere la luna.
Questo articolo è stato pubblicato su TheConversation
Traduzione per Livepress.it – Beatrice Privitera