Ospedale italiano indagato dopo la morte del neonato sotto la madre addormentata.
Migliaia di persone firmano la petizione per chiedere una migliore assistenza postnatale in seguito alle preoccupazioni per le condizioni delle unità di maternità
In Italia si moltiplicano le polemiche sulle condizioni dei reparti maternità degli ospedali dopo che un neonato sarebbe morto per soffocamento sotto il peso della madre che si era addormentata dopo averlo allattato.
È in corso un’indagine sulla tragedia, avvenuta all’ospedale Sandro Pertini di Roma l’8 gennaio. I risultati dell’autopsia sono attesi entro 60 giorni.
Il bambino era nato tre giorni prima, dopo che la madre trentenne aveva affrontato 17 ore di travaglio.
Secondo il regolamento dell’ospedale, il personale avrebbe dovuto assicurarsi che il bambino fosse riportato nella sua culla dopo l’allattamento. I procuratori esamineranno se le regole sono state violate, oltre alle accuse di negligenza.
Accorgendosi che il bambino rischiava di soffocare, una donna che si trovava in un letto vicino avrebbe chiamato i soccorsi, ma il bambino è morto prima dell’arrivo del personale.
“La mia cliente ricorda di essere stata svegliata all’improvviso e di non avere più il bambino con sé”, ha dichiarato Alessandro Piombi, l’avvocato della madre del neonato, al sito web Fanpage. “Ha detto che l’hanno portata in una stanza dove le hanno dato la tragica notizia”.
Il padre della bambina ha affermato che la richiesta della sua compagna, ormai esausta, di portare la bambina nella nursery per farla riposare qualche ora è stata rifiutata.
Il Ministero della Salute italiano ha ordinato una relazione sull’incidente, mentre una petizione che chiede maggiori controlli e un migliore supporto post-nascita per le famiglie nei reparti di maternità ha raccolto più di 100.000 firme entro mercoledì.
Decine di madri hanno condiviso le loro esperienze di “abbandono” nel post-parto, mentre i sindacati hanno denunciato la carenza di personale, una situazione esacerbata dalla pandemia di coronavirus.
“Sarebbe potuto succedere a chiunque”, ha scritto una donna sui social media. “Dopo 15 ore di travaglio e un cesareo d’urgenza, mi sono addormentata esausta con mia figlia Giulia sul petto. Mi sono svegliata urlando perché era sparita e pensavo fosse caduta sul pavimento, ma per fortuna mia madre l’aveva messa nella culla”.
L’autorità sanitaria locale responsabile dell’ospedale Sandro Pertini ha dichiarato che avrebbe collaborato con l’indagine, ma ha negato le accuse di inadeguatezza del servizio post-nascita e ha affermato che non c’era carenza di personale nel reparto.
I sistemi sanitari sono in difficoltà in tutta Europa, a causa dell’invecchiamento della popolazione, dell’aumento delle malattie a lungo termine e della crisi delle assunzioni.
Giovanni Leoni, vicepresidente di una federazione italiana di medici, ha dichiarato a dicembre che la carenza di personale è diffusa in tutte le unità ospedaliere, soprattutto da quando la pandemia ha innescato un esodo dalla professione.