Parlamento turco: la proposta di legge per le nozze riparatrici. Contestazioni in tutto il medio oriente

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In questi giorni in Turchia la canzone che in tutto il mondo risuona nell’aria “Lo stupratore sei tu”, inventata dal collettivo cileno “Las Tesis”, è stata trasformata, o meglio sarebbe dire ricreata, in “sposa il tuo stupratore”. Le due songs si sono in qualche unite nel nome dei diritti delle donne. La proposta di legge presentata dal partito conservatore di Recep Tayyip Erdogan, che prevede che chi è accusato di violenze sessuali potrà uscire di prigione e, per evitare la condanna, riparare il crimine sposando la vittima (a patto che la differenza d’età fra i due sposi sia minore di 10 anni), ha provocato la reazione dell’universo femminile,  e non solo di area progressista. Lo slogan “sposa il tuo stupratore” è stato intonato dalle deputate repubblicane e adesso si diffonde nelle piazze della turchia e di tutto il medio oriente.

Ricordiamo che l’attuale proposta di legge, già portata all’Assemblea di Ankara, tenta di riesumare una legge analoga bocciata oltre 10 anni fa. Adesso la protesta sta diventando endemica coinvolgendo pure le associazioni per la difesa delle donne che ne chiedono l’immediato ritiro, considerato – dicono le rappresentanti delle associazioni – che potrebbe aggravare di molto i problemi della violenza di genere e delle spose bambine, fenomeno purtroppo diffuso nelle aree più arretrate del Paese. La segretaria generale della piattaforma “fermiamo i femminicidi”, Fidan Ataselim, sottolinea come “questa proposta sia il tentativo da parte del governo di sradicare le prove di una violenza ormai epidemica in Turchia contro bambine e donne adulte”, mentre il capo del dipartimento penale e di procedura penale dell’Università di Istanbul, Adem Sozuer, in un suo intervento sul quotidiano indipendente “Cumhuriyet” rileva come questo provvedimento “finirebbe per fare aumentare il numero delle violenze in quanto legittimerebbe la mentalità che le donne siano oggetti da possedere”.

In occasione della presentazione del primo provvedimento, risalente al 2016, l’esecutivo si era difeso sostenendo che le presentazione della legge era reso necessario per arginare la crescita dei matrimoni infantili. Adesso la nuova proposta di legge,  in parte ricalcata dalla precedente, che se pur contestata nelle città occidentali del Paese, potrebbe invece trovare un largo consenso nelle zone più arretrate dell’Anatolia e del sud est.

Intanto “sposa il tuo stupratore” corre sul web e si diffonde anche in occidente, quasi a rinsaldare il legame delle donne di tutto il mondo nel nome del riconoscimento dei diritti Le deputate progressiste minacciano battaglia, in un Paese in cui si registra uno dei tassi più alti di violenza alle donne: basti pensare – come rende noto Ceyda Ulukaya, autrice della mappa del femminicidio in Turchia – che tra il 2010 e il 2017 sono state uccise almeno 1964 donne.

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