Perchè, dopo atroci violenze alla figlia di 2 anni, adesso la mamma è ai domiciliari?

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Una donna di 23 anni è ai domiciliari ( in un’altra casa sottolineano le fonti giornalistiche, e ci mancherebbe abbiamo risposto in coro) dopo aver perpetrato atroci e inaudite violenze alla figlioletta di 2 anni ma che sono iniziate quando la piccola aveva solo qualche mese di vita.
Siamo ad Acireale in provincia di Catania, agghiaccianti le dichiarazioni degli inquirenti: “Legava la figlia, che ha meno di due anni, al seggiolone, anche dalle 12 alle 21, per obbligarla a non muoversi mentre lei usciva di casa. La colpiva violentemente e le ha rotto due denti con un colpo di cucchiaio perché aveva difficoltà a deglutire velocemente il cibo. Una volta, quando aveva 15 mesi, l’ha lanciata contro il parabrezza dell’auto del padre naturale della piccola, un suo ex amante, per convincerlo a dargli dei soldi.”

Lo scorso 25 giugno, scrive La Sicilia, ancora a seguito di una richiesta di denaro non accolta dall’ex amante, quest’ultimo si era recato nella Stazione dei Carabinieri di Viagrande per esporre il caso ai militari nel tentativo di trovare una mediazione ed una soluzione al problema ma quest’ultima invece, appena allontanatisi dalla caserma, si è appropriata dei documenti dell’autovettura che gli ha poi restituito soltanto dopo la cessione di 40 euro, quindi rivolgendosi a lui con una terribile minaccia «… ti sei rovinato, ora vado a casa, prendo (…) e l’ammazzo di botte e se me la penso, una volte per tutte, la prendo e la butto dal balcone. Lo faccio una volta per tutte, ora la tengo al buio nella stanzetta e la tengo a digiuno. Questa cosa che tu stasera sei venuto dai Carabinieri ti farò vedere l’inferno! A tua figlia (…) con questo tuo comportamento di stasera l’hai rovinata con le tue mani, vedrà l’Inferno pure lei!!! ..».

La donna, madre di altri due bambini di 5 anni e di 2 mesi, tossicodipendente, era riuscita a sottomettere i suoceri e il compagno 30 enne (ai domiciliari nella casa dei genitori per il reato di furto). Le continue richieste di denaro e le minacce di uccidere la bambina in caso di diniego ha portato i suoceri e il padre naturale a non ribellarsi per “limitare i danni” mentre invece la piccola veniva picchiata selvaggiamente. Un aspetto questo che andrebbe chiarito considerato che dalle dichiarazioni del compagno si apprende che addirittura, per non peggiorare la situazione, i suoceri e lui stesso  sono stati costretti dalla donna a stare nelle loro camere mentre lei sfogava la sua violenza sulla figlioletta.

Come hanno fatto a sopportare le urla di quella creatura e a restare immobili? Non riusciamo a capire.

È  stata la cognata (finalmente) a denunciare e a richiedere l’aiuto degli assistenti sociali dopo aver visto sul corpo della piccola  segni di morsi sul viso, sulle braccia, sulla testa e sull’occhio destro che per i morsi sanguinava.

Il Gip, su richiesta della Procura, ha disposto anche la misura interdittiva della sospensione dell’esercizio della responsabilità genitoriale per sei mesi nei confronti della 23enne. (Non possiamo non chiederci: solo sei mesi? E abbiamo paura)

Una storia crudele che ha dell’incredibile. I familiari sapevano e assistevano alle violenze quotidiane ma nulla hanno fatto per ostacolare la furia della donna in preda alla droga e sottrarre la piccolina dall’inferno che ha dovuto subire.

 

 

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