Pride Month: chi era Marsha P. Johnson e perché è stata così importante?

LGBTQ + significa lesbica, gay, bi, trans e queer. Il + è un simbolo inclusivo che significa "e altri" per includere persone di tutte le identità.
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Giugno è Pride Month, il mese dell’orgoglio,  il mese in cui le persone di tutto il mondo si riuniscono per celebrare la comunità LGBTQ + e sensibilizzare l’opinione pubblica sulle disuguaglianze che esistono ancora oggi. Quest’anno, le proteste globali contro il razzismo di Black Lives Matter hanno incoraggiato le persone a porre una luce speciale sull’impatto dei gay neri e degli attivisti trans.

Marsha P. Johnson era un’attivista trans che ha avuto un ruolo importante in momenti altrettanto importanti per il movimento LGBTQ+, come le proteste di Stonewall, le rivolte che hanno cambiato la storia dei diritti dei gay. Il 28 giugno 1969 la polizia fece irruzione nello Stonewall Inn, un bar nella zona gay di New York, negli Stati Uniti. Era la seconda volta quella settimana che la polizia faceva  irruzione,  gettando in strada 200 persone e picchiando alcune di loro

La comunità gay arrabbiata e stufa di essere molestati dalle autorità, scelse di reagire. Questo scatenò una settimana di proteste e rivolte da parte  della comunità gay. La notizia delle rivolte si diffuse in tutto il mondo incoraggiando altre persone ad unirsi alle proteste e lottare per l’uguaglianza.

Un mese dopo le rivolte, la prima marcia apertamente gay si svolse a New York, chiedendo l’uguaglianza.

 Marsha, all’epoca, aveva 23 anni, viveva e lavorava a New York, è stata una delle figure chiave che hanno resistito alla polizia durante i raid.

Resistette all’arresto, ma nei giorni seguenti condusse una serie di proteste e rivolte che chiedevano diritti per i gay. Proprio come le recenti Black Lives Matter marcia negli Stati Uniti.

Stonewall Inn, New YorkAnche se il Le rivolte di Stonewall hanno dato il via a questa ondata di supporto per la comunità LGBTQ +, c’era ancora molta discriminazione nei loro confronti.

Era comune per i giovani gay e transessuali essere cacciati fuori casa dai loro genitori. Marsha e la sua amica Sylvia Rivera, anche ella un’attivista, fondarono STAR – Street Transvestite Action Revolutionaries – un’organizzazione per sostenere le persone gay e trans che erano rimaste senzatetto.

Marsha ha dedicato gran parte della sua vita ad aiutare gli altri, nonostante abbia sofferto di  diversi problemi di salute mentale. È stata soprannominata “Saint of Christopher Street” (dove si trova lo Stonewall Inn), perché era nota per la sua generosità nei confronti della gente nella comunità LGBTQ + di New York.

Marsha P. Johnson rimase al centro del movimento di liberazione gay di New York City per quasi 25 anni. Ma i diritti LGBTQ non erano la sua unica causa.

Ha aiutato a fondare uno dei primi spazi sicuri del paese per i giovani transgender e senzatetto. E ha sostenuto instancabilmente  prostitute, prigionieri e persone con HIV / AIDS. Si è trasferita a New York City dalla sua città natale di Elizabeth, nel New Jersey, con solo $ 15 in tasca. Fu allora che adottò il nome Marsha P. Johnson. La “P”, ha detto alla gente, stava per “Non pensarci”.

“Marsha parlava continuamente e diceva: ‘Non lasciate che gli altri vi dicano cosa fare, sii chi vuoi essere”

Cosa le è successo?

Purtroppo, Marsha è morta nel 1992. È scomparsa e la polizia ha trovato il suo corpo dopo sei giorni. La polizia ha detto che si era tolta la vita, ma molti amici hanno discusso questa sentenza all’epoca, dicendo che gli attacchi alle persone trans erano comuni. Altri hanno detto di averla molestata da un gruppo di “criminali” pochi giorni prima che morisse. Venti anni dopo, nel 2012, la attivista Mariah Lopez riuscì a convincere il dipartimento di polizia di New York a riaprire il caso Marsha come possibile omicidio.

Marsha P Johnson

Dopo che il NYPD ha riaperto il caso, la polizia ha riclassificato la causa della morte di Johnson da “suicidio” a indeterminato.

L’eredità di Marsha vive oggi in organizzazioni come il Marsha P. Johnson Institute, che protegge e difende i diritti umani delle persone transgender nere.

Nel febbraio 2020, il sindaco di New York ha ribattezzato l’East River State Park a Brooklyn, il Marsha P. Johnson State Park e ha annunciato che ci sarà una statua creata in suo onore, che sarà inaugurata nel 2021.