Reddito di Cittadinanza: Grazie alle segnalazioni anonime, centinaia le persone denunciate a cui è stato sospeso il beneficio.
C’è chi gestisce un b&b, chi fa il fotografo di matrimoni o la parrucchiera, o ancora chi si dedica alla raccolta e vendita delle olive, pizzaioli, operai edili, addetti agli autolavaggi, baristi, cassieri, chi gestisce un negozio di abbigliamento utilizzando una partita iva già chiusa, venditori ambulanti di frutta e verdura, tutti rigorosamente lavoratori in nero, tra le centinaia di persone che in Italia percepivano il Reddito di Cittadinanza e che finora sono state beccate dalla Guardia di Finanza, spesso in seguito a segnalazioni anonime.
Uno dei percettori del reddito è stato beccato alla guida di Porsche Macan (valore di circa 60mila euro) in tasca aveva 600 euro in contanti e 120 grammi di cocaina, ma non mancano anche numerosi cantanti neomelodici che hanno richiesto la carta gialla perché poveri e contestualmente organizzavano il tour per promuovere i loro dischi. Ci sono casi acclarati di soggetti agli arresti domiciliari – condizione che impedisce l’accesso al beneficio – e spacciatori “poveri” che sono stati mantenuti dallo Stato negli ultimi mesi, mafiosi e gente deceduta da tempo che ha chiesto il sussidio a sua insaputa.
E’ il Paese dei furbetti l’Italia, che a tutti i livelli operano per rosicchiare diritti non dovuti, sottraendoli a chi versa in reali condizioni di difficoltà. Sono probabilmente gli stessi che dietro una tastiera inveiscono contro politici corrotti e imprenditori truffaldini, non si capisce quanto per invidia sociale del livello di malaffare raggiunto o giusto per camuffarsi in mezzo ai tantissimi che ogni giorno, onestamente e con abnegazione, si spaccano la schiena per portare un pezzo di pane a casa.
E’ un Paese al contrario, dove chi soffre non esiste e vive nella totale invisibilità, viene privato di ogni diritto e dignità. E restando al tema centrale, quello del sostegno ai poveri, ciò che il reddito di cittadinanza dovrebbe essere e sottolineiamo dovrebbe, non si comprende come mai – ad esempio – non si sia riusciti a trovare il modo di garantirlo ai tanti homeless che popolano le nostre strade. Si tratta spessissimo di gente che ha perso tutto, lavoro, famiglia, casa, persone che trascinano la propria esistenza aggrappandosi ai piccoli aiuti che le tante associazioni di volontariato sparse per i territori, riescono a garantire. Ma lo Stato dov’è? Perché ignora queste persone, perché si gira dall’altra parte? E’ gente che probabilmente non vota, quindi non serve, non è utile alla causa populista e demagogica che anima determinati provvedimenti?
E’ un Paese dove chi fino a poco tempo fa ha lavorato e versato contributi e oggi ha perso l’occupazione, non può accedere al beneficio perché il reddito che viene considerato è quello che si evince dal modello Isee, quindi che fa riferimento ai due anni precedenti. Esattamente il contrario di ciò che avviene in tutti i posti civili del mondo, dove se qualsiasi persona perde l’occupazione, lo Stato interviene con misure di Welfare serie e reali, garantendo un supporto economico mensile, percorsi di formazione e reinserimento – e ci riescono pur non avendo i navigator – sostegno per pagare l’affitto o il mutuo e persino per le bollette.
Ha fatto amaramente sorridere la statistica emersa negli ultimi giorni del 2019, quando è stata diffusa la notizia che con la beneamata carta gialla sono state acquistate tantissime bottiglie di Dom Perignon, 150 euro a bottiglia per un Capodanno non certo all’insegna della sobrietà o del risparmio, ma è anche uno schiaffo in faccia a chi per l’ultimo dell’anno da festeggiare ha avuto ben poco perché si trova in una situazione di disagio profondo.
Di chi è la colpa di tutto questo? Si poteva evitare?
La colpa non è certo dei furbi, quelli agiscono così perché come dice qualcuno “la furbizia è l’intelligenza del cretino” e prima o poi vengono beccati – si spera – , denunciati e la carta gli viene tolta e forse un giorno – difficilmente – lo Stato riuscirà a recuperare le somme indebitamente percepite.
La colpa è della politica che non si è dotata degli strumenti giusti per evitare l’abuso, che non ha previsto che il Reddito di cittadinanza venisse assegnato con una logica oggettiva, che fosse davvero un aiuto solo per chi è in difficoltà e non una manna dal cielo per chi vive di contributi, sussidi e mancette pubbliche da una vita.
Fa arrabbiare parecchio vedere gente con il Moncler e il Suv posteggiato fuori, che paga al supermercato con la carta del reddito di cittadinanza, la cosa fa inorridire perché l’abuso è considerato quasi un privilegio da esibire, alla faccia di chi furbo non è, alla faccia degli onesti.
A tal proposito è utile ricordare cosa dice la Guardia di Finanza: «È bene ricordare che il reddito di cittadinanza è un beneficio riconosciuto ai nuclei familiari in possesso di particolari requisiti (cittadinanza, residenza, soggiorno, reddituali e patrimoniali) che si ottiene presentando all’Inps, telematicamente o presso i centri autorizzati (Caf e uffici Postali), un’apposita domanda. Presuppone una dichiarazione sostitutiva unica (DSU) da parte di chi propone l’istanza sulla posizione patrimoniale e reddituale dell’intero nucleo familiare.
È proprio sulla veridicità dei dati auto-dichiarati dai richiedenti che sono concentrati i controlli. Sono informazioni che non emergono dalle verifiche automatiche del sistema ma che possono essere scoperte solo attraverso l’azione di servizio sul territorio e grazie all’incrocio delle notizie contenute nelle diverse banche dati in uso al Corpo».
La legge dice che coloro che percepiscono indebitamente il Reddito di cittadinanza possono incorrere nella reclusione da due a sei anni se rendono dichiarazioni false, forniscono documenti attestanti informazioni non vere o omettono notizie dovute.
Il carcere da uno a tre anni è invece previsto per chi non comunica variazioni del reddito o altri aspetti rilevanti per la revoca o la riduzione del Reddito, entro le seguenti scadenze:
30 giorni in caso di instaurazione di un rapporto come lavoratore dipendente o di avvio di attività d’impresa;
15 giorni in caso di modifica della situazione patrimoniale che comporti la perdita dei requisiti per il sussidio.
Altre conseguenze per chi viene condannato ad una delle due fattispecie penali sono:
Il riconoscimento del reato di truffa aggravata finalizzata al conseguimento di erogazioni pubbliche, previsto dall’art. 640 bis del Codice penale.
La revoca del Reddito di cittadinanza e la restituzione delle somme già percepite;
E’ fatto divieto di presentare una nuova richiesta di Reddito di cittadinanza prima che siano trascorsi dieci anni dalla condanna.
E’ prevista la decadenza anche per coloro che percepiscono un reddito maggiore di quello effettivamente spettante grazie a dichiarazioni mendaci rese nella DSU ovvero in qualsiasi altra documentazione necessaria per ricevere il Reddito. In questi casi è prevista anche la restituzione di quanto indebitamente percepito.
Le sanzioni non mancano neppure per le aziende che coprono o “assumono” in nero i beneficiari del reddito e sono le stesse che riguardano le forme di lavoro sommerso.
Multe da 1.500 a 36.000 euro;
Sanzioni INAIL per omesso versamento dei premi assicurativi;
Sanzioni INPS per omesso versamento dei contributi previdenziali;
Sanzioni legate all’erogazione dei compensi in contanti, senza l’utilizzo di metodi di pagamento tracciabili.
Ad oggi ricordiamo che sono già centinaia le persone denunciate e a cui è stato sospeso il beneficio, ma ancora moltissimi altri lo percepiscono indebitamente insieme a coloro i quali ne hanno diritto sul serio. Molti altri ancora non possono richiederlo, pur essendo disoccupati e senza alcun reddito, per i motivi che abbiamo spiegato all’interno del nostro articolo. Tirando le somme, a meno di un anno dal lancio di questo mini Welfare homemade, le cose da migliorare sono innumerevoli, in primis il controllo sull’accesso e la garanzia di accesso. Due aspetti molto fragili che rendono il Reddito di Cittadinanza un bluff colorato di giallo, come la sua carta.
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